Categoria: Villa
Denominazione: Villa Rosazza
Denominazione originale: Villa Di Negro, Durazzo, Rosazza “lo Scoglietto”
Ubicazione
Circoscrizione: Ponente
Indirizzo: Piazza Di Negro, 3
Telefono: 010/2518368
Fax: 010/2544111
Indirizzo web: www.casamerica.it
Email: info@casamerica.it
[modifica]
Notizie Storiche
Secolo: XV
Utilizzazioni (uso attuale): Attualmente è la sede della Fondazione Casa America in cui, dal giugno 2000, sono state organizzate più di 120 iniziative culturali come conferenze, tavole rotonde, spettacoli di teatro, recital musicali, presentazioni di libri, film, mostre fotografiche e di pittura. Inoltre, sono state invitate personalità del mondo artistico, della cultura, politici, e imprenditori americani ed europei.
Uso storico: abitazione privata.
[modifica]
Descrizione
La villa Di Negro, Durazzo, Rosazza, era denominata "lo Scoglietto" dalle pendici del colle su cui sorgeva. Essa conserva ancora, nonostante le varie trasformazioni che ha subito il tessuto edilizio, i caratteri di villa litoranea essendo costruita tra il mare, il giardino e il grande parco retrostante.
La famiglia Di Negro, già dai primi del 1400, possedeva in questo luogo una residenza esterna alla cinta muraria del XIV secolo e distava un chilometro e mezzo dalla porta di San Tommaso; quest’ultima delimitava la città ad occidente. Verso la fine del 1500 questa villa venne riedificata finché, nei primi decenni del XVII secolo Orazio Di Negro delegò al pittore Andrea Ansaldo (1584-1638) l’incarico di affrescare la facciata del palazzo e di decorare le volte di alcune sale. Si fecero lavori di trasformazione e ampliamento in particolare del giardino. La villa passò poi di proprietà alle famiglie Maniero e Durazzo le quali non fecero mutare alla villa l’assetto strutturale e decorativo. La villa infatti, come viene evidenziata da una stampa del 1700, manteneva i tipici caratteri di villa genovese del XVI secolo: a volume allungato, salone del piano nobile compreso tra due logge angolari.
Nel 1787 Giovanni Luca Durazzo incaricò Andrea Tagliafichi di ristrutturare il complesso villa-giardino. Egli compì una vera e propria trasformazione facendo assumere un aspetto neoclassico alla villa, tipico delle architetture di questo periodo. Per quel che riguarda il giardino, oltre alle terrazze degradanti sul mare prospicienti la villa, introdusse tempietti, pagode, grotte, cascate e macchie boscose a monte. Vi era un singolare contrasto fra la parte inferiore a terrazze, tutte disegnate all’italiana ed un bosco fitto con sentieri che portavano a luoghi solitari: il belvedere, il tempietto, la cascata, le vasche. Quindi accanto alla composizione geometrica e razionale del giardino all’italiana vi era anche la rivalutazione di aspetti naturali del paesaggio.
La villa passò quindi in proprietà ai Rosazza e successivamente al Comune divenendo poi una scuola media ed attualmente sede della Fondazione Casa America. I molteplici interventi di urbanizzazione a partire dal 1816 e protratti fino alla metà del secolo hanno profondamente snaturato l’assetto del giardino. Quest’ultimo, a causa della costruzione della ferrovia, ha subito una grave alterazione che determinò una pesante mutilazione dei terrazzamenti a giardino sul lato a mare.
La villa nella sua struttura originaria risponde al tipo di villa genovese con logge angolari che si aprono sui terrazzamenti e furono tamponate durante la radicale ristrutturazione tardo settecentesca. L’immagine frontale ottenuta dal Tagliafichi è caratterizzata dal lievissimo aggetto del corpo centrale, cui corrisponde l’ampio salone all’interno, secondo la tipologia originaria che conserva l’asse maggiore parallelo al fronte ed è concluso superiormente dal timpano triangolare. La superficie del fronte principale è trattata a bugnato.
L’interno ha conservato l’aspetto originario nonostante alcune sale abbiano subito trasformazioni; la distribuzione degli spazi è inalterata. Infatti si osserva l’ampio atrio che tramite una scala ad L conduce all’originaria loggia, oggi sala laterale. Di qui si accede al salone centrale ed alla terrazza superiore del giardino. Purtroppo ben poco rimane dei lavori di Andrea Ansaldo e Agostino Tassi, pittori che operarono nella villa: del primo rimane un affresco al piano nobile.
Il decoro delle sale, sebbene riviste nel corso dei secoli, si può supporre essere basato sulla celebrazione del Doge Di Negro, celebre rappresentante della famiglia così come appare nell’affresco del salone principale.
[modifica]
Immagini
Villa Rosazza
Vista su Genova da Villa Rosazza
[modifica]
Bibliografia
AA VV, “Le ville del genovesato”, Genova, Valenti Editore, 1987.